operatori professionali oro facciamo chiarezza

pedone oroOperatori professionali nel settore oro, chi sono veramente.

Troppo spesso sentiamo parlare degli operatori professionali nel settore dell’oro.
Ma chi sono veramente queste figure professionali ma soprattutto, ci possiamo fidare?
Innanzitutto, cominciamo col dire che ogni transazione di compravendita che effettuano questi professionisti è assolutamente legale poiché regolamentata dall’ ‘articolo 1, comma 1, della Legge numero sette del gennaio del 2000.’
La trasparenza è evidente visto che ogni operatore deve essere necessariamente iscritto in un apposito albo presso la Banca d’Italia e tale importante documento è consultabile anche in rete.
Dopo l’iscrizione, l’operatore può esercitare il suo lavoro e trattare l’oro da investimento ossia lingotti, placchette o monete.
Sia amministratori che collaboratori della società, devono possedere requisiti di onorabilità per poter accedere alla professione.
Nel momento stesso in cui il commercio ha inizio, la società deve tempestivamente comunicarlo alla Banca d’Italia a cui fa capo.
La legge in materia è molto articolata e severa e prevede sanzioni pecuniarie di un certo rilievo per coloro che agiscono senza seguire le regolamentazioni vigenti in materia.
Inoltre, la legge prevede che gli operatori professionali possano intraprendere anche altre attività non inerenti al settore oro.

Come si diventa operatore professionali in oro.

Per essere un operatore professionale in oro bisogna essere iscritti all’abo professionale.
L’iscrizione si può effettuare anche via web infatti, la Banca d’Italia mette a disposizione degli utenti dei moduli che debbono essere compilati, firmati dal legale dell’azienda nascente e dal Presidente della società ed infine inoltrati.
Il richiedente dovrà allegare al modulo anche una copia di un valido documento di identità.
La Banca d’Italia si riserva di chiedere ulteriori documenti per accertare che il richiedente sia una persona di tutto rispetto.
Inoltre, il capitale sociale minimo versato per intraprendere questa nuova attività non deve essere inferiore ai 120mila euro.
In passato ci sono state diverse discrepanze sugli operatori professionali dei negozi compro oro e su quelli che esercitano nel Banco metalli.
La legge ha provveduto a fare chiarezza con un avviso in cui veniva specificata la netta differenza tra le due figure.
L’operatore che esercita nel settore dei Compro oro può acquistare dai privati gioielli dismessi e rottami d’oro per poi rivenderli.
L’operatore professionale del Banco metalli invece, ha il compito di acquisire rottami e gioielli preziosi da altre società quali oreficerie, gioiellerie o dagli stessi compro oro per fonderli o affinarli.
I Banco metalli non possono commerciare gioielli d’oro al dettaglio.
Tuttavia, il Banco metalli è l’unico Istituto che alla pari della Banca d’Italia, può vendere oro da investimento cioè i lingotti, le monete o le placchette.
L’avviso di legge per sottolineare questa enorme differenza è stato un vero e proprio toccasana per i professionisti del Banco metalli che erano penalizzati dalle iscrizioni improprie all’albo.
Basti pensare che secondo un questionario di indagine finanziaria, gli operatori professionali che effettivamente esercitano la professione sono una quantità minoritaria rispetto a quelli iscritti.
La precedente scarsa chiarezza normativa e l’errata interpretazione delle leggi in materia confondeva le categorie tanto da far iscrivere all’albo, anche persone che non avevano l’obbligo di farlo.

Chi commercia oro da gioielleria non è tenuto a comunicare l’avvio dell’attività.

Gli esercenti nel settore oro che limitano la propria attività alla compravendita di gioielli usati e rottami d’oro, non sono tenuti a comunicare l’inizio della propria attività.
Essi però, devono agire allo stesso modo degli altri commercianti ossia con l’iscrizione alla camera di commercio.
Questi soggetti possono acquistare monili preziosi e rivenderli al dettaglio ma non possono fondere gli elementi autonomamente.
Tuttavia, possono eseguire questa operazione per conto di un cliente che decide di far fondere il proprio oro per trasformarlo in placchette o lingottini.
L’operazione può essere tranquillamente affidata dai compro oro, agli operatori professionali del Banco metalli.
La Banca d’Italia non esercita alcuna attività di controllo o vigilanza sugli esercenti dei negozi di compro che però, vengono controllati dalle questure cittadine.
Le norme antiriciclaggio sono piuttosto severe e prevedono sanzioni dure per chi non osserva le regole.
Ogni esercente di compro oro deve essere titolare di una licenza di Pubblica Sicurezza rilasciata dalla Questura dove è ubicato l’esercizio così come recita la legge agli ‘art. 126 e 127 TULPS.’
Questo importante documento viene rilasciato previo controllo dell’onorabilità della persona e dopo un sopralluogo nel negozio al fine di accertare se sono state osservate le norme di sicurezza come il posizionamento di antifurti, di casseforti e vetri antitaccheggio.
Gli operatori dei compro oro sono tenuti a compilare tutte le modalità delle transazioni su un registro delle operazioni dove elencheranno i dati del cliente ed il tipo di compravendita.
Inoltre, l’esercente ha l’obbligo di mantenere l’oro acquistato per 10 giorni in fermo cautelativo.
Il registro verrà periodicamente controllato dagli organi predisposti per verificare se ci sono irregolarità.
Anche se gli operatori dei compro oro non possono essere classificati ‘professionali’ sono dei commercianti seri ed affidabili proprio perché i controlli si sono intensificati visto che in passato si sono verificate situazioni significative di attività illecite.

Fixing dell’oro quotazione di mercato

oro quotazioneLa compravendita dell’oro avviene attraverso un sistema che cerca di coniugare la domanda e l’offerta, fino a raggiungere un prezzo di equilibrio. Tale processo che si conclude con l’ottenimento di un prezzo per l’oro prende il nome di fixing.
Il fixing dell’oro affonda le sue radici nel lontano 1919, immediatamente dopo la fine della prima guerra mondiale, quando si decise di far ripartire il mercato dell’oro dopo la stagnazione dovuta al conflitto mondiale, nella consapevolezza che la ripartenza del mercato dell’oro avrebbe determinato anche una messa in moto delle economie in generale.
Da allora le 5 banche più influenti al mondo si riuniscono a Londra quotidianamente, e per due volte al giorno, precisamente alle dieci e trenta del mattino e alle quindici (fuso orario di Londra) determinano il prezzo dell’oro e le sue variazioni.
Questo sistema è stato sempre lo stesso fino al 2004, quando una delle cinque banche partecipanti, la Rothschild, ha deciso di lasciare il sistema poiché le entrate derivanti dalla compravendita di materie prime stando all’attuale contrattazione, non erano più sufficientemente remunerative. Di fatti da quel momento il prezzo medio dell’oro è più che raddoppiato. Nel 2014 anche la Deutsche Bank ha lasciato il sistema londinese, per due motivi: il primo ricalcava la motivazione dell’abbandono di Rothschild, mentre il secondo era relativo a tutta una serie di controlli che organismi di vigilanza stavano effettuando sull’istituto bancario, in merito a presunte irregolarità che hanno poi portato a multe milionarie nei confronti della banca tedesca.
Con la fuoriuscita anche di Deutsche Bank, si sta cercando un quinto soggetto da far partecipare ai meccanismi del fixing e si sta provando a coinvolgere almeno un colosso cinese, dato che la Cina si sta sempre più imponendo come un mercato crescente ed in netta richiesta di materie prime e preziosi come l’oro. Inoltre, l’abbandono nel giro di dieci anni di due colossi, ha spinto anche all’ideazione di nuove linee guida da seguire per porre in atto la contrattazione del valore dell’oro, che attualmente si stanno valutando e che probabilmente porteranno a breve ad un cambiamento del sistema del fixing.

Il sistema del fixing ha certamente perso importanza e valore nel corso del tempo, per via dell’introduzione del sistema della speculazione anche per quanto concerne il mercato dell’oro. Di fatti adesso non si scambia semplicemente materia prima realmente esistente (nel senso di ufficialmente estratta), ma si effettuano compravendite di oro sulla carta, vale a dire si acquistano e si vendono ingenti quantità di metallo prezioso non ancora estratte. E’ questo in primis il motivo per cui c’è stato una repentina crescita del valore dell’oro, poiché si è potuto speculare su oro effettivamente non estratto. Con il sistema della speculazione le grandi banche e i grandi fondi di investimento hanno potuto giostrare su teoriche quantità di oro molto più ingenti di quelle realmente esistenti ed in questo modo hanno potuto massimizzare i guadagni (ecco spiegata la motivazione dell’abbandono di Rothschild prima e Deutsche Bank dopo).

Un altro motivo di crescita del valore dell’oro nel corso degli ultimi anni è certamente l’imporsi all’orizzonte di numerose nazioni che fino a qualche anno fa versavano in condizioni di disagio economico e che invece hanno improvvisamente conosciuto un boom repentino. E’ il caso ad esempio di Russia, Cina e India, le quali hanno conosciuto anche momenti di crescita del pil a doppia cifra negli ultimi anni e che hanno visto affacciarsi al mondo numerosi nuovi ricchi che hanno richiesto ingenti quantità del metallo prezioso; e si sa che maggiore è la richiesta, maggiore sarà il prezzo di vendita del bene.

Da non sottovalutare poi le continue tensioni internazionali che hanno luogo nei Paesi che sono i maggiori estrattori di oro. Si tratta soprattutto dei Paesi africani. I conflitti continui spesso determinano un rallentamento delle attività estrattive e l’incertezza circa quando si potrà riprendere a pieno regime. In tal senso il mercato speculativo, notoriamente umorale, risponde subito con l’innalzamento del prezzo di scambio dell’oro.

Infine bisogna considerare che ci si trova ancora in un periodo di crisi economica e nei periodi di incertezza la maggior parte degli investitori impegna i fondi in quelli che sono chiamati beni rifugio. L’oro rappresenta il bene rifugio per eccellenza, poiché per via delle sue caratteristiche intrinseche tende ad avere un prezzo che non potrà mai svalutarsi sotto una certa soglia. Anche in questo caso una maggiore richiesta di oro ha come conseguenza un innalzamento del prezzo.

L’oro e la sua quotazione

ingranaggioroSe c’è un bene che in ogni parte del mondo ha uno status riconosciuto di bene prezioso di riferimento, questo è sicuramente l’oro, metallo nobile per definizione, le sue fortune risalgono agli albori della storia, e da allora non è mai sceso nell’indice di gradimento dell’umanità.
Sempre uguale in tutto il mondo è anche il suo valore, o per lo meno il valore dell’oro a 24 carati, unità di misura di riferimento per l’oro in purezza. Questo tipo di oro è quello che vale come riferimento mondiale, essendo storicamente fissato a Londra due volte al giorno e venendo comunicato, poi, alle borse valori per le contrattazioni internazionali.
Bisogna sapere, però, che l’oro puro non è la stessa cosa dell’oro che viene utilizzato, per esempio, nella creazione di gioielli, nelle leghe dentali e negli altri diversi usi di questo poliedrico metallo. I 24 carati, infatti, contraddistinguono i lingotti d’oro, le pepite e le pagliuzze. Qualsiasi altra lavorazione, invece, presuppone che l’oro venga mescolato, in percentuale variabile, con altri metalli. Questo perché l’oro ha delle caratteristiche naturali tali che, per renderlo stabile e lavorabile, necessita dell’aggiunta di altri elementi.
Proprio per questo motivo, dunque, nel momento in cui si decide di vendere un oggetto d’oro, non si può fare unicamente riferimento al valore dell’oro comunicato dalla borsa valori, perché questo, come detto, si riferisce all’oro puro e non a quello che, nella stragrande maggioranza dei casi, chiunque può avere in casa proprio “nascosto” in diversi oggetti.

Per fare un esempio più concreto, si consideri che i gioielli sono, in genere, almeno per quanto riguarda l’Italia, in oro a 18 carati. Ciò significa che, considerate mille le parti di cui è composto l’oggetto, 750 di queste sono in oro, mentre le altre sono di metalli diversi (in genere, argento, rame, platino, ecc.). Una valutazione reale del gioiello, quindi, deve tenere conto di questa percentuale e rapportare il valore dell’oro puro alla quantità di metallo effettivamente presente in esso. Inoltre, essendo il gioiello un prodotto di lavorazione, voce in capitolo lo hanno anche il suo stato di conservazione, la sua finitura e il suo eventuale valore storico.
Essendo così diversi i parametri che vengono utilizzati, è chiaro che una quotazione oro definitiva e assoluta non ci possa essere per quanto riguarda la compravendita di oggetti privati e personali. Ciò non toglie che esistano procedure e riferimenti che permettono a tutti gli utenti di avere dei riferimenti all’interno dei quali muoversi e, soprattutto, che servano anche da garanzia per ottenere la più alta valutazione possibile dei propri averi.
Sicuramente uno dei sistemi più rapidi e sicuri per avere una quotazione da cui partire è, ancora una volta, Internet. Su diversi siti dei più importanti brand di compro oro, esistono, infatti, dei sistemi che permettono di avere una valutazione immediata dell’oggetto che si vuole vendere. Basta conoscere il suo peso e la sua caratura, inserire i dati nell’apposito form e, così, ottenere un’immediata risposta. A questo punto, se il prezzo è di proprio gradimento, l’utente può utilizzare il sistema di blocco del prezzo, che permette di “congelare” la valutazione ottenuta per un arco di tempo che va, in genere, dalle 24 alle 48 ore. Se in questo periodo ci si reca in una punto vendita dello medesimo brand utilizzato per il calcolo del preventivo, si può avere la garanzia di vedersi riconosciuto esattamente il valore bloccato on line, indipendentemente da possibili cambiamenti che potessero essersi verificati, nel frattempo, sul mercato.

Ma non è tutto, perché, sempre più spesso, i maggiori brand di compro oro danno all’utente la possibilità di aumentare la quotazione semplicemente condividendo la loro azione sui principali social network. Ecco, allora, che un post su Facebook o un link a Twitter potrebbero permettere di guadagnare un “bonus” ulteriore, al grammo, una volta che si deciderà di portare a termine la compravendita.
Compravendita che, e qui entrano in gioco le altre garanzie per gli utenti, devono seguire determinate procedure che rispettino le leggi e le normative vigenti. Per questo motivo uno dei consigli che solitamente si danno a chi decide di vendere i propri oggetti d’oro, è quello di rivolgersi a brand conosciuti e di comprovata esperienza, la cui diffusione è ormai estesa a livello nazionale e non solo. In questo modo si avrà maggiore sicurezza sul buon esito dell’operazione e una relativa sicurezza sul fatto di poter ottenere la più alta quotazione possibile.

Banco metalli i servizi per commercianti

operatori oroNegli ultimi anni, complice la crisi economica e finanziaria che ha colpito il nostro Paese, il mercato dei metalli preziosi ha registrato una crescita molto consistente. Ad esso ci si rivolge sempre più spesso chi decide di vendere i propri gioielli in oro ed argento per far fronte ad esigenze immediate di liquidità. Ma numerosi sono anche coloro che intendono acquistare oro, da sempre considerato il bene rifugio per eccellenza, scegliendo una delle opzioni di investimento considerate storicamente più sicure al fine di proteggere il proprio capitale dalle fluttuazioni del mercato. Il modo più sicuro per far questo è senz’altro rivolgersi ad un Banco Metalli, ossia Operatori Professionali in Oro autorizzati ad operare direttamente dalla Banca d’Italia. A differenza dei sempre più numerosi negozi Compro Oro, gioiellerie che acquistano oggetti preziosi da privati per poi rivenderli a professionisti del settore, i Banco Metalli possono rivolgersi anche ad una clientela professionale. Ecco alcuni dei principali servizi tipicamente offerti ai commercianti da un Banco Metalli.

Quotazioni vantaggiose: il blocco del prezzo dell’oro
I principali Banco Metalli consentono, generalmente, ai commercianti di poter godere di quotazioni dell’oro e degli altri metalli preziosi particolarmente convenienti ossia superiori a quelle garantite ai privati. Inoltre, è prevista la possibilità di bloccare questo prezzo al raggiungimento di un determinato livello oppure collegarlo al verificarsi di un particolare evento, in modo da limitare rischi legati alle oscillazioni dei valori ufficiali. Tra le soluzioni più utilizzate, il prezzo viene bloccato in corrispondenza del momento in cui il privato cede il metallo al commerciante e viene mantenuto fermo per un periodo massimo di 76 ore.

Il trasporto dell’oro
Il trasporto dell’oro dalla sede del commerciante al Banco Metalli viene generalmente affidato a dei corrieri portavalori specializzati. Tra i vantaggi principali di questo servizio, di solito il vettore provvede a corrispondere immediatamente la cifra dovuta, non sono previste spese aggiuntive per il servizio e si eliminano i rischi legati allo spostamento ed alla conservazione del metallo prezioso.

La creazione di lingotti d’oro
Tutti i commercianti e i professionisti possono usufruire di servizi di fusione dei rottami d’oro e per la realizzazione di lingotti e monete da investimento. Il processo necessario per raffinare l’oro ed estrarre il metallo puro contenuto nelle leghe è detto affinazione. Risultato di questo processo è un lingotto cosiddetto grezzo che deve essere successivamente immerso in un recipiente contenente acido solforico perchè diventi brillante e sia privato del tutto delle parti di materiale non preziose.

Assistenza continua per i clienti
I Banco Metalli consentono di usufruire di servizi di assistenza continua riservati ai propri clienti, con possibilità di essere contattati 24 ore su 24 per qualunque informazione. In particolare, offrono consulenze e valutazioni della purezza, della genuinità e del valore del metallo prezioso attraverso il cosiddetto saggio alla tocca (o spot test), un test chimico svolto su minuscole parti di materiale e mediante il quale è possibile definire la qualità e la quantità di metallo prezioso. I Banco Metalli utilizzano, a tale scopo, tecniche di investigazioni sempre più sofisticate e garantite.

Compro oro, 5 motivi per investire in questa attività

pepite oroIl desiderio di aprire un’attività in proprio resta il sogno della maggior parte degli italiani attirati anche dalla possibilità di più elevati guadagni – oltre che dalla prospettiva di risolvere definitivamente il problema della disoccupazione. Se le intenzioni ci sono ció che frena dal trasformare il sogno in realtà è piuttosto la difficoltà di trovare un settore che non risenta eccessivamente delle crisi come purtroppo, invece, è capitato in tanti ambiti.

L’attività di compro oro puó essere un buon compromesso fra la voglia di autonomia professionale e la sicurezza di un settore in continua e veloce espansione. Diffusasi in modo capillare su tutto il territorio nazionale in tempi brevi, all’inizio questi esercizi commerciali hanno risentito della diffidenza del pubblico che guardava con sospetto e soprattutto con molti pregiudizi questa nuova tipologia di compravendita dei materiali preziosi. Oggi, peró, sono entrati a pieno diritto nel nostro panorama cittadino ed è quasi una consuetudine avvalersi dei loro servizi senza più alcuna paura.

Dal punto di vista squisitamente aziendale, questa tipologia di attività commerciale ha una serie di vantaggi che la classificano davvero come una seria opportunità di lavoro. Innanzitutto non sono richieste a chi decide di aprirne uno delle particolari competenze tecniche perchè tutto ció che occorre conoscere per una corretta gestione dell’attività puó facilmente essere appreso sul campo e in breve tempo. Un aspetto questo da non sottovalutare in quanto si è sicuri di non dover buttate soldi in costosi corsi di formazione molto spesso inutili.

L’investimento iniziale è molto contenuto. Non avendo necessità di grandi spazi per immagazzinare, la superficie utile per la vendita puó essere limitata semplicemente a quella utile per l’accoglienza del cliente: anche una ventina di metri quadrati vanno bene purchè posizionati in una zona centrale e di grande passaggio. Per quanto riguarda, invece, gli interni sarà sufficiente avere un bancone, una sedia, qualche vetrina per l’esposizione della merce usata, un’insegna luminosa esterna con display per segnalare le quotazioni in tempo reale dell’oro e dell’argento, gli strumenti minimi di precisione fra le quali un bilancino, una cassaforte. Importante invece investire in potenti sistemi di sicurezza. Anche per quanto riguarda il personale, soprattutto in una fase iniziale non sarà necessario preventivare delle nuove assunzioni ma basterà una sola persona che ovviamente puó coincidere con il titolare dell’attività.

Poichè cuore pulsante dell’attività è la compravendita di metalli preziosi come oro e argento, è necessario ovviamente avere una piccola quantità di denaro in contanti per l’aquisto di merce dai privati. È vero, peró, che non è necessario avere grossissime cifre da parte perchè in realtà tutto ció che viene acquistato resta molto poco in negozio in quanto o viene venduto aumentando la liquidità di cassa oppure viene dato alle società di raccolta che lo acquistano per fonderlo. Proprio le società di raccolta sono un tassello fondentale nell’economia di queste attività in quanto mettono al riparo dal rischio – concreto per altre tipologie di attività commerciali – di invenduto. Che cosa vuol dire? Vuol dire che tutto ció che non viene acquistato dai privati viene poi ceduto a queste società che raccolgono anche ‘rottami’ di oro e argento usati visto che poi il tutto verrà avviato alla fusione per la successiva realizzazione o di lingotti e monete da investimento o nuovi gioielli. In questo modo il rischio di impresa viene praticamente azzerato.

Anche se queste attività presentano una serie innegabili di vantaggi, puó tuttavia accadere comunque che la decisione di aprire un nuovo punto vendita porti con sè una certa dose di comprensibile ansia. Per ovviare a questa problematica si puó decidere di affiliarsi ad un franchising: in questo modo, pur conservando una certa autonomia, si è sicuri di essere affiancati da professionisti del settore per l’avvio e la successiva gestione dell’attività. Il meccanismo di affiliazione è molto semplice: una volta scelto il brand, verrà richiesto a seconda dell’azienda o una fee di ingresso o semplicemente una sorta di ‘affitto’ mensile per l’utilizzo del marchio. In cambio di ció si avrà consulenza gratuita per tutto ció che è relativo alla burocrazia (comunque abbastanza semplificata per l’avvio dell’attività), comunicazione e pubblicità gratuite, formazione continua e tanto altro oltre, ovviamente, alla possibilità di usufruire di un brand conosciuto e del quale i clienti già si fidano.

Se questi sono i vantaggi per chi decide di aprirne uno, cosa spinge invece i clienti ad utillizzarli? Anche qui le motivazioni sono molteplici. Innanzitutto per chi intende vendere i propri gioielli c’è la possibilità di realizzare immediatamente una certa liquidità. Chi acquista, invece, ha la garanzia di trovare spesso pezzi unici – o comunque di qualità certificata – a prezzi assolutamente più contenuti. La nuova normativa nata per combattere il riciclaggio, inoltre, assicura trasparenza nelle operazioni e dà la certezza di poter sempre accertare la provenienza dei preziosi.

Proprio questa reciproca soddisfazione non puó che fare dei compro oro un’attività di sicuro successo e di grande interesse per chi voglia intraprendere un nuovo bussiness.